Nel 2014 siamo stati interpellati per alcuni arredi da fornire nel restauro della Casa di Giacomo Matteotti.
Non con poca emozioni ci siamo avvicinati al lavoro ricordando lo storico politico ucciso agli inizi degli anni '20 del secolo scorso.
I lavori sono proseguiti per diverso tempo e ci siamo occupati della fornitura di termosifoni artistici in ghisa adatti all'epoca della costruzione della casa di Giacomo Matteotti.


Termosifoni artistici ghisa Casa Museo Matteotti Termosifoni artistici ghisa Casa Museo Matteotti

A seguito del fine lavori e della inaugurazione della Casa Museo è stata pubblicata una presentazione del restauro concluso alla quale abbiamo contribuito direttamente.
Di seguito troverete la locandina di inaugurazione e la pubblicazione.
Locandina
Pubblicazione


Dal sito ufficiale della Casa Museo:
CASA MUSEO GIACOMO MATTEOTTI - FRATTA POLESINE
Casa Museo Giacomo Matteotti ha aperto i battenti nella primavera 2012 e permette di immergersi
nella vicenda umana e politica di Giacomo Matteotti, un protagonista della storia italiana del
Novecento, nativo di Fratta Polesine, ambiente a cui è anche legato per la maturazione del suo
primo impegno politico.
Il museo è ricavato infatti all’interno di quella che fu, a partire da fine Ottocento, la residenza della
famiglia.
Il percorso espositivo nei primi due piani si snoda attraverso i diversi ambienti domestici che
conservano l’intero arredo d’epoca completamente restaurato.
Al piano terra troviamo il luogo di più alto valore evocativo: il piccolo studio dotato di
scrivania, libreria ed elegante divano. Un luogo che testimonia quell’intensa stagione di vita,
precedente alla svolta del suo percorso politico che seguirà alla prima elezione a deputato nel 1919
e che lo porterà a trasferirsi nella capitale.
Nella libreria dello studio è significativamente esposta, a conferma della solidità della sua
preparazione, una copia de “La Recidiva”, la pubblicazione della tesi di laurea in Giurisprudenza,
una corposa e nutrita indagine statistica sui fattori che determinavano, nel sistema penale italiano, il
fenomeno della reiterazione del reato. Un lavoro impegnativo per la cui stesura Giacomo aveva
viaggiato molto, anche all’estero, per reperire fonti di studio che rafforzassero la scientificità della
sua ricerca.
Giunti al primo piano troviamo affacciate su ambo i lati dell’ampio salone centrale quattro
camere da letto: quella di Giacomo e Velia, poi, a seguire, dei loro tre figli, Giancarlo, Matteo e
Isabella. Attraversarle è come entrare in una sorta di istantanea della famiglia Matteotti come era
andata costruendosi fino all’epilogo del 10 giugno 1924. A mantenere le atmosfere legate a
quell’epoca contribuiscono dei ritratti ad olio disseminati in quasi ogni stanza: sono opere di Maria
Vinca, pittrice attiva in quegli anni soprattutto come ritrattista della buona borghesia veneta e legata
a Velia da una stretta amicizia. Un’ultima nota la si può riservare al grande salone del piano nobile.
Sugli scaffali di due librerie è stata ricollocata una parte della biblioteca di famiglia; scorrerne i
titoli significa ripercorrere tre generazioni dei Matteotti: alcuni registri contabili del padre
Girolamo, testi di studio di Giacomo e del fratello Matteo, classici della letteratura nelle edizioni di
inizio secolo, fino ad opere che raccontano dell’Africa, di avventure e viaggi in Oriente, passioni
del figlio Giancarlo.
All’ultimo piano, nel sottotetto, un moderno allestimento museale ci accompagna nel percorso
umano e politico di Giacomo Matteotti, tramite un ampio repertorio di immagini, riproduzioni
documentarie e postazioni che permettono di accedere a testimonianze audio e video. Tutti i
documenti sono stati forniti grazie alla preziosa collaborazione con la Fondazione Filippo Turati di
Firenze e al contributo scientifico del prof. Stefano Caretti.